Cassazione penale Sez. V sentenza n. 13558 del 30 marzo 2015

ECLI:IT:CASS:2015:13558PEN

Massima

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Il principio di diritto fondamentale che emerge dalla sentenza è il seguente: La reciprocità delle offese, quale esimente prevista dall'art. 599 c.p., può essere invocata dal soggetto imputato per il reato di ingiuria solo qualora tale circostanza sia stata specificamente dedotta e provata nel giudizio di merito, non potendo essere dedotta per la prima volta in sede di legittimità. Inoltre, la diversa esimente della provocazione, riferita a un diverso reato (quello di molestie), non può essere fatta valere in relazione al reato di ingiuria, essendo questioni non devolute al giudice dell'appello e pertanto inammissibili in sede di ricorso per cassazione. Il giudice di legittimità, infatti, non può conoscere per la prima volta questioni non sottoposte al vaglio del giudice di merito. La sentenza di condanna per il reato di ingiuria continuata è pertanto confermata, in assenza di una corretta deduzione e prova della reciprocità delle offese nel giudizio di appello.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BEVERE Antonio - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. SABEONE Gerardo - Consigliere

Dott. PISTORELLI Lu - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nata a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 3/7/2014 della Corte d'appello di Bologna;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Fraticelli Mario, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza impugnata la Corte d'appello di Bolog…

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