Cassazione penale Sez. III sentenza n. 25909 del 13 giugno 2013

ECLI:IT:CASS:2013:25909PEN

Massima

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Il giudice, nel procedere al bilanciamento tra circostanze eterogenee, deve valutare il fatto nella sua complessità circostanziale, senza che il legislatore possa imporre divieti di prevalenza che si rivelino manifestamente irragionevoli e in contrasto con il principio di proporzionalità della pena. Il divieto di prevalenza della circostanza attenuante di cui all'art. 73, comma 5, del D.P.R. n. 309/1990 sulla recidiva reiterata, previsto dall'art. 69, comma 4, c.p., è stato dichiarato costituzionalmente illegittimo in quanto genera una eccessiva divaricazione delle cornici edittali e preclude l'adeguamento della pena al caso concreto attraverso l'applicazione delle circostanze. Pertanto, il giudice, nel procedere al bilanciamento tra circostanze, deve valutare la concreta significatività del nuovo reato commesso dall'imputato, in relazione alla sua natura e al tempo di commissione, al fine di accertare l'effettiva pericolosità del reo e determinare la pena in modo proporzionato.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. GENTILE Mario - Presidente

Dott. MULLIRI Guicla - rel. Consigliere

Dott. SARNO Giulio - Consigliere

Dott. RAMACCI Luca - Consigliere

Dott. ANDREAZZA Gastone - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS) imputato Decreto del Presidente della Repubblica n. 309 del 1990, articolo 73;

avverso la sentenza della Corte d'Appello di Genova del 22.9.11;

Sentita la relazione del cons. Dott. MULLIRI Guicla;

Sentito il P.M., nella persona del P.G. Dott. LETTIERI Nicola, che ha chiesto una declaratoria di inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Vicenda processuale e provvedimento impugnato - Con la sentenza di primo grado, il (OMI…

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