Cassazione penale Sez. III sentenza n. 6719 del 17 febbraio 2023

ECLI:IT:CASS:2023:6719PEN

Massima

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Il giudice, nell'applicare una misura di sicurezza come la libertà vigilata, deve valutare la persistente pericolosità sociale del condannato, tenendo conto non solo della gravità dei reati commessi, ma anche dei fatti e del comportamento successivi, al fine di accertare se sussista ancora un concreto pericolo di recidiva. Tale valutazione, adeguatamente motivata, è insindacabile in sede di legittimità, in quanto rientra nell'ambito del merito della decisione. Inoltre, il giudice deve considerare anche eventuali circostanze attenuanti riconosciute in favore del condannato, nonché la sua condotta successiva all'espiazione della pena, come l'ottenimento di benefici penitenziari, al fine di verificare se permanga o meno la pericolosità sociale. La misura di sicurezza non può essere applicata in modo automatico, ma richiede un'attenta e puntuale valutazione della situazione concreta al momento della decisione, senza potersi basare esclusivamente su condotte risalenti nel tempo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI NICOLA Vito - Presidente

Dott. SOCCI Angelo M. - rel. Consigliere

Dott. CERRONI Claudio - Consigliere

Dott. DI STASI Antonella - Consigliere

Dott. SEMERARO Luca - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 01/12/2021 della CORTE APPELLO di CATANZARO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ANGELO MATTEO SOCCI;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore DI NARDO MARILIA, che ha concluso chiedendo l'inammissibilita' del ricorso;
lette le conclusioni dell'Avv. ((omissis)) che ha concluso per l'accoglimento del ricorso.
RITENUTO …

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