Cassazione penale Sez. II sentenza n. 43911 del 18 novembre 2022

ECLI:IT:CASS:2022:43911PEN

Massima

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Il reato di tentata estorsione si configura quando l'agente, mediante violenza o minaccia, persegue il conseguimento di un profitto nella piena consapevolezza della sua ingiustizia, a differenza del reato di tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni in cui l'agente agisce nella convinzione, anche se infondata, di esercitare un proprio diritto. Pertanto, la richiesta di una somma di denaro, avanzata mediante minacce, al solo fine di ottenere il rilascio anticipato di un immobile concesso in comodato, in assenza di qualsiasi pretesa creditoria tutelabile in giudizio, integra il reato di tentata estorsione e non quello di tentato esercizio arbitrario delle proprie ragioni. La valutazione della credibilità della persona offesa e l'esclusione di prove ritenute superflue rientrano nella discrezionalità del giudice di merito, sindacabile in sede di legittimità solo in caso di manifesta illogicità o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. BELTRANI Sergio - Presidente

Dott. PELLEGRINO Andrea - Consigliere

Dott. TUTINELLI Vincenzo - Consigliere

Dott. PERROTTI Massimo - Consigliere

Dott. NICASTRO Giuseppe - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 23/03/2021 della Corte d'appello di Bologna;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
lette le conclusioni del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale D'ACQUINO PASQUALE SERRAO, che ha concluso chiedendo che il ricorso sia dichiarato inammissibile;
udita la relazione svolta dal Consigliere NICASTRO GIUSEPPE.
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza del 23/03/2021, la Corte d'appel…

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