Il silenzio-assenso formatosi ai sensi dell'art. 35 della legge n. 47 del 1985 sull'istanza di permesso di costruire in sanatoria non può ritenersi validamente costituito qualora l'amministrazione comunale accerti che la dichiarazione presentata dal richiedente circa la data di ultimazione delle opere abusive sia dolosamente infedele, in quanto tale circostanza costituisce un presupposto ostativo alla concessione del condono edilizio ai sensi dell'art. 40, comma 1, della medesima legge. In tal caso, l'amministrazione è tenuta a pronunciarsi espressamente in senso negativo sulla domanda di condono, adottando i conseguenti provvedimenti di repressione dell'abuso edilizio, senza poter far valere il silenzio-assenso formatosi. Il principio di affidamento e la certezza delle situazioni giuridiche impongono infatti all'amministrazione di adottare un provvedimento espresso e puntualmente motivato, anche a fronte di un comportamento non lineare tenuto nel corso del procedimento. Qualora l'amministrazione rimanga inerte, il giudice amministrativo può nominare un commissario ad acta per l'adozione dei provvedimenti dovuti.