Cassazione penale Sez. V sentenza n. 34215 del 16 settembre 2011

ECLI:IT:CASS:2011:34215PEN

Massima

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Il giornalista e il direttore responsabile di una testata giornalistica sono responsabili del reato di diffamazione a mezzo stampa qualora, in un articolo pubblicato, attribuiscano falsamente a una persona il coinvolgimento in fatti criminosi, senza verificare l'esito delle indagini e l'eventuale archiviazione della posizione della persona offesa, omettendo così di fornire una rappresentazione completa e veritiera dei fatti, in violazione del dovere di diligenza e correttezza nell'esercizio dell'attività giornalistica. Tale condotta, che lede ingiustamente la reputazione della persona offesa, integra gli estremi del reato di diffamazione a mezzo stampa, anche qualora l'articolo si riferisca principalmente ad altri soggetti, essendo sufficiente il collegamento, seppur indiretto, della persona offesa a fatti di rilevanza penale. Il giornalista e il direttore responsabile non possono esimersi da responsabilità adducendo l'assenza di un obbligo di verificare gli esiti delle indagini, in quanto tale verifica rientra nel dovere di diligenza e correttezza nell'informazione, la cui violazione determina la configurabilità del reato di diffamazione a mezzo stampa.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giuliana - Presidente

Dott. DUBOLINO Pietro - Consigliere

Dott. PALLA Stefano - rel. Consigliere

Dott. BRUNO Paolo Antoni - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) PA. DO. N. IL (OMESSO);

2) VE. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 2615/2009 CORTE APPELLO di SALERNO, del 29/11/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 08/07/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. STEFANO PALLA;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. Izzo G., che ha concluso per l'inammissibilita' dei ricorsi.

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