Cassazione penale Sez. III sentenza n. 28249 del 20 luglio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:28249PEN

Massima

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Il delitto di associazione per delinquere sussiste quando più soggetti, in numero superiore a tre, si accordano in modo stabile e permanente per commettere una serie indeterminata di reati, mediante un patto diretto al perseguimento di fini illeciti comuni, a prescindere dall'effettiva commissione dei singoli reati programmati e dalla partecipazione di tutti gli associati agli stessi. L'elemento distintivo rispetto al concorso di persone nel reato risiede nel carattere dell'accordo criminoso, che nel concorso è meramente occasionale e diretto alla commissione di uno o più reati, mentre nell'associazione è finalizzato all'attuazione di un più vasto programma criminoso. Ai fini della sussistenza dell'associazione per delinquere, rilevano pertanto gli elementi indiziari che dimostrino l'esistenza di un vincolo associativo stabile e permanente tra i partecipi, a prescindere dal loro effettivo coinvolgimento nelle singole operazioni criminose, purché desumibili da altri elementi probatori. In particolare, costituiscono gravi indizi dell'esistenza di un'associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale la prova di operazioni fraudolente della stessa natura protrattesi per un lungo periodo di tempo, realizzate mediante una pluralità di mezzi diversi all'uopo predisposti e il coinvolgimento nei medesimi fatti di più soggetti, anche attraverso l'interposizione fittizia di società create allo scopo di celare la reale destinazione della merce acquistata con il meccanismo fraudolento. Tali elementi, unitamente alla valutazione della personalità degli indagati e della capacità dell'organizzazione criminosa di operare in modo stabile e sistematico, possono giustificare il perdurare del pericolo di reiterazione criminosa, anche a distanza di tempo dalla commissione dei fatti, e la conseguente applicazione di una misura cautelare, seppure nella forma meno afflittiva dell'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE TERZA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE MAIO Guido - Presidente

Dott. CORDOVA Agostino - Consigliere

Dott. PETTI Ciro - Consigliere

Dott. LOMBARDI Alfredo Maria - Consigliere

Dott. AMORESANO Silvio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Avv. Veneziano Nicola, difensore di fiducia di Si. Ca. , n. a (OMESSO);

avverso l'ordinanza in data 18.11.2009 del Tribunale di Catanzaro, con la quale, in riforma dell'ordinanza del G.I.P. del Tribunale di Lamezia Terme in daja 15.4.2009, e' stata applicata al Si. la misura cautelare dell'obbligo di presentazione alla P.S. quale indagato del reato di cui all'articolo 416 c.p..

Udita la relazione fatta dal Consiglie…

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