Cassazione penale Sez. I sentenza n. 17833 del 7 aprile 2017

ECLI:IT:CASS:2017:17833PEN

Massima

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La condotta di chi, senza alcuna ragione, aggredisce casualmente una persona con un'arma da taglio, infliggendole gravi lesioni anche a parti vitali del corpo, è idonea a cagionarne la morte e integra il reato di tentato omicidio aggravato, anche qualora il decesso non si verifichi per mera accidentalità, indipendente dalla volontà omicida dell'agente. L'univocità degli atti aggressivi, richiesta per la configurabilità del tentativo, deve essere valutata sulla base delle modalità concrete della condotta, del numero e della gravità delle ferite provocate, nonché dell'assenza di reazione difensiva della vittima, elementi che depongono in modo inequivoco per l'esistenza di un intento omicida. Le condizioni di disagio psichico dell'imputato, pur rilevanti ai fini della capacità di intendere e di volere, non impongono necessariamente il riconoscimento delle attenuanti generiche, qualora la gravità oggettiva e soggettiva della condotta delittuosa, valutata complessivamente, escluda una più favorevole determinazione della pena, in applicazione dei criteri di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VECCHIO Massimo - Presidente

Dott. NOVIK Adet Toni - Consigliere

Dott. TARDIO Angela - Consigliere

Dott. TALERICO Palma - Consigliere

Dott. CENTONZE Alessand - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
1) (OMISSIS), nato (OMISSIS);
Avverso la sentenza n. 634/2015 emessa il 03/12/2015 dalla Corte di appello di Cagliari;
Udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Alessandro Centonze;
Udito il Procuratore generale, in persona del Dott. Luigi Birritteri, che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;
Udito per il ricorrente l'avv. (OMISSIS).
RITENUTO IN FATTO
1. Con sentenza emessa il 03/02/2015 il G.U.P. del Tribun…

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