Il termine perentorio di dieci giorni previsto dall'articolo 311 comma 3 del codice di procedura penale per la presentazione del ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame in materia cautelare personale costituisce una deroga alle norme generali sull'impugnazione, la cui inosservanza determina l'inammissibilità del ricorso. Tale termine, infatti, deve essere rispettato in modo rigoroso, non essendo ammesse soluzioni alternative, neppure per la parte pubblica, e la sua scadenza comporta l'inammissibilità del ricorso anche qualora questo sia pervenuto nei termini presso la cancelleria del giudice competente a riceverlo, in quanto la presentazione presso la cancelleria del giudice che ha emesso il provvedimento impugnato costituisce un requisito di forma essenziale per la validità dell'impugnazione. Pertanto, il mancato rispetto del termine perentorio di dieci giorni per la presentazione del ricorso per cassazione avverso l'ordinanza del Tribunale del riesame, con la conseguente tardività della proposizione dell'impugnazione, determina l'inammissibilità del ricorso, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle Ammende.