Cassazione penale Sez. V sentenza n. 31597 del 11 novembre 2020

ECLI:IT:CASS:2020:31597PEN

Massima

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Il reato di partecipazione ad associazione di tipo mafioso, ai sensi dell'art. 416-bis c.p., si consuma nel momento in cui il soggetto entra a far parte dell'organizzazione criminale, senza che sia necessario il compimento di specifici atti esecutivi della condotta illecita programmata. È sufficiente che il membro del sodalizio assuma, o gli venga riconosciuto, il ruolo di componente e aderisca consapevolmente al programma criminoso, accrescendo così la potenziale capacità operativa e la temibilità dell'associazione. La forza di intimidazione che caratterizza il vincolo associativo può desumersi anche dal compimento di condotte soltanto evocative dell'esistenza attuale, della fama negativa e del prestigio criminale dell'associazione, ovvero da altre circostanze obiettive idonee a dimostrare la capacità attuale del sodalizio, o di coloro che ad esso si richiamano, di incutere timore. La sussistenza del reato associativo di stampo mafioso prescinde dalla commissione dei reati-fine, essendo sufficiente la costituzione del vincolo tra i sodali con il programma di creare una forza di intimidazione al fine di utilizzarla per il perseguimento degli obiettivi associativi. Ai fini della qualificazione di un'organizzazione criminale come mafiosa, ai sensi dell'art. 416-bis, comma 3, c.p., è sufficiente la mera capacità di intimidire che essa abbia dimostrato all'esterno, da valutare tenendo conto del sodalizio, dell'ambiente di operatività, dei metodi utilizzati, della struttura organizzata e di qualsiasi altro elemento utile. La presunzione di sussistenza delle esigenze cautelari e di adeguatezza della custodia cautelare in carcere, di cui all'art. 275, comma 3, c.p.p., è prevalente, in quanto speciale, rispetto alla norma generale stabilita dall'art. 274 c.p.p., sicché se il titolo cautelare riguarda un reato previsto dall'art. 275, comma 3, c.p.p., detta presunzione fa ritenere sussistente, salvo prova contraria, i caratteri di attualità e concretezza del pericolo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. VESSICHELLI Maria - Presidente

Dott. CATENA Rossella - Consigliere

Dott. MICHELI Paolo - Consigliere

Dott. CALASELICE Barbar - rel. Consigliere

Dott. MOROSINI Elisabetta - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del Tribunale di Catanzaro in funzione di riesame in data 21/01/2020;
visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. B. Calaselice;
udita la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. Tampieri L., che ha concluso chiedendo l'annullamento con rinvio del provvedimento impugnato;
udita la difesa, Avv. (OMISSIS), che ha concluso …

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