Cassazione penale Sez. V sentenza n. 44859 del 6 novembre 2013

ECLI:IT:CASS:2013:44859PEN

Massima

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Il falso rilascio di generalità a pubblici ufficiali durante un controllo, anche se seguito dalla successiva ammissione, integra comunque la fattispecie di reato di cui all'art. 496 c.p., non configurando una causa di non punibilità ai sensi dell'art. 129 c.p.p. Pertanto, il giudice che applica la pena su richiesta dell'imputato ai sensi dell'art. 444 c.p.p. non è tenuto a motivare analiticamente sull'esclusione di cause di proscioglimento, essendo sufficiente il richiamo all'informativa di polizia giudiziaria e agli atti allegati, i quali attestano la sussistenza degli elementi costitutivi del reato. La successiva ammissione delle false dichiarazioni iniziali può al più rilevare ai fini della determinazione della pena o del riconoscimento di eventuali attenuanti, senza incidere sulla già perfezionata lesione del bene giuridico tutelato dalla norma incriminatrice.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. FERRUA Giulian - Presidente

Dott. FUMO Maurizi - Consigliere

Dott. LAPALORCIA Grazia - Consigliere

Dott. MICHELI P. - rel. Consigliere

Dott. DEMARCHI ALBENGO Paolo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del Tribunale di Modena del 24/01/2013;

visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. Paolo Micheli;

lette le conclusioni del Pubblico Ministero, nella persona del Sostituto Procuratore generale Dott. Policastro Aldo, che ha richiesto dichiararsi l'inammissibilita' del ricorso, con le ulteriori statuizioni di legge.

RITENUTO IN FATTO

1…

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