Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 22069 del 26 maggio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:22069PEN

Massima

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Il reato di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di delitti contro la pubblica amministrazione può configurarsi anche in assenza di una apposita organizzazione creata ad hoc, essendo sufficiente l'attivazione di una struttura preesistente, anche se originariamente dedita a finalità lecite, purché piegata al perseguimento del programma criminoso comune. Il vincolo associativo può desumersi da una pluralità di condotte corruttive reiterate nel tempo, che rivelino la consapevole e coordinata partecipazione degli associati al programma delinquenziale, anche attraverso il coinvolgimento di pubblici ufficiali che, abusando dei loro poteri, agevolano l'attività illecita delle imprese private beneficiarie delle dazioni di denaro. In tale contesto, la posizione del pubblico ufficiale corrotto, che consapevolmente e stabilmente collabora con i privati corruttori, può essere ritenuta partecipativa all'associazione, in quanto rafforza il pactum sceleris e la struttura organizzativa del sodalizio criminoso. La prova del vincolo associativo può trarsi da una serie di elementi indiziari, quali la reiterazione dei fatti criminosi, il tipo di delinquenza prescelta, la necessità di impiegare persone esperte con compiti definiti, la costante identità dei soggetti e delle modalità esecutive, la comunanza di vita, il sistema predisposto per l'illecito arricchimento, la cessazione dell'attività criminosa solo a seguito dell'intervento della polizia. Inoltre, la struttura organizzativa dell'associazione può conformarsi alla natura dei reati-fine, considerando da un lato l'ufficio pubblico strumentalizzato e, dall'altro, la realtà societaria beneficiaria dell'illecito programma, in quanto anch'essa piegata alla finalità illecita e sinergicamente operante con l'ufficio pubblico. Infine, il dolo del delitto di associazione a delinquere può desumersi dalla stessa realizzazione in modo conforme al piano associativo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MILO Nicola - Presidente

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

Dott. CAPOZZI A. - rel. Consigliere

Dott. DI SALVO Emanuel - Consigliere

Dott. PATERNO' RADDUSA Benedet - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 6407/2009 CORTE APPELLO di MILANO, del 22/04/2013;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 29/04/2015 la relazione fatta dal Consigliere Dott. CAPOZZI ANGELO;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GERACI Vincenzo, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Udito il difensore Avv. (OMISSIS) e Avv. (OMISSIS) che hanno chiesto l…

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