Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45104 del 10 novembre 2015

ECLI:IT:CASS:2015:45104PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale presupposto per l'applicazione di una misura cautelare personale, può essere desunto anche dalla capacità dell'indagato di corrompere non solo amministratori e politici, ma anche di insinuarsi nella struttura tecnico-amministrativa e coinvolgere soggetti e tecnici estranei, laddove tale condotta risulti comprovata dalle emergenze investigative, a prescindere dalla circostanza che le attività imprenditoriali dell'indagato siano limitate ad un determinato territorio comunale. In tali ipotesi, la motivazione del provvedimento cautelare che dia conto di tali elementi risulta immune da vizi di manifesta illogicità e contraddittorietà intrinseca, non potendo il giudice dell'impugnazione sindacare nel merito le valutazioni compiute dal giudice di prima istanza, se non in presenza di specifici motivi di gravame tempestivamente proposti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CONTI Giovanni - Presidente

Dott. CITTERIO Carlo - rel. Consigliere

Dott. PETRUZZELLIS Anna - Consigliere

Dott. CAPOZZI Angelo - Consigliere

Dott. DE AMICIS Gaetano - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS) N. IL (OMISSIS);
avverso l'ordinanza n. 525/2015 TRIB. LIBERTA' di BARI, del 18/05/2015;
sentita la relazione fatta dal Consigliere Dott. CITTERIO CARLO;
sentite le conclusioni del PG Dott. SCARDACCIONE ((omissis)), per il rigetto;
udito il difensore Avv. (Ndr: testo originale non comprensibile) per l'accoglimento.
RITENUTO IN FATTO
1. (OMISSIS) ricorre a mezzo del difensore avverso l'ordinanza con cui il Tribunale di Bari in data 18-20.5.15 ha rigettato il suo…

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