Cassazione penale Sez. II sentenza n. 8707 del 4 marzo 2011

ECLI:IT:CASS:2011:8707PEN

Massima

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Il possesso di assegni bancari con firma di traenza falsificata, in assenza di una plausibile giustificazione da parte dell'imputato, integra il reato di ricettazione continuata, non essendo sufficiente a escludere la responsabilità penale la mera affermazione di averli ricevuti da una zia deceduta. La condotta dell'imputato, che ha apposto una falsa firma di traenza sui titoli, esclude la possibilità di ipotizzare la sua buona fede o responsabilità attenuata ai sensi dell'art. 712 c.p., non essendo compatibile con l'ignoranza incolpevole della provenienza delittuosa degli assegni. Inoltre, l'entità non esigua degli importi degli assegni e i precedenti specifici dell'imputato per reati analoghi, giustificano il rigetto delle richieste di applicazione delle circostanze attenuanti di cui agli artt. 62 n. 4 e 62-bis c.p. La mancata applicazione dell'indulto, non espressamente esclusa dal giudice di merito, deve essere eccepita in sede di esecuzione della pena, non essendo ammissibile il ricorso per Cassazione su tale profilo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. PAGANO Filiberto - Presidente

Dott. GENTILE Domenico - Consigliere

Dott. PRESTIPINO Antonio - Consigliere

Dott. MACCHIA Alberto - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

Di. Pa. Gi. , n. il (OMESSO);

avverso la SENTENZA della Corte di Appello di Palermo del 28.6.2010;

Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

Udita la relazione fatta in pubblica udienza dal Consigliere Dr. ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dr. ((omissis)) che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso;

udito il difensore di fiducia avv. ((omissis)) del foro di Pal…

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