Il reato di detenzione di materiale pedopornografico di cui all'art. 600-quater c.p. si configura quando l'agente, consapevolmente e volontariamente, detenga immagini o filmati raffiguranti minori degli anni diciotto coinvolti in atti sessuali espliciti o in pose lascive idonee a destare concupiscenza, a prescindere dalla circostanza che tale materiale sia stato o meno ritenuto pedopornografico in precedenti procedimenti penali. L'elemento soggettivo del reato è integrato dal dolo generico, consistente nella coscienza e volontà di detenere il materiale, senza che sia necessaria la consapevolezza dell'antigiuridicità della condotta, essendo la conoscenza della legge penale presunta ai sensi dell'art. 5 c.p. Pertanto, la richiesta di rinnovazione dell'istruttoria dibattimentale in appello, volta a dimostrare che il materiale sequestrato non fosse stato in precedenza ritenuto pedopornografico, è priva di rilievo giuridico, in quanto l'elemento psicologico del reato sussiste comunque al momento della detenzione consapevole del materiale, a prescindere da eventuali precedenti valutazioni giudiziarie.