La sentenza che applica la sanzione sostitutiva a richiesta dell'imputato, di cui all'art. 77 legge 24 novembre 1981, n. 689, è una pronunzia di proscioglimento per una causa estintiva del reato, e non già una sentenza di condanna, con la conseguenza che il potere di controllo della corte di cassazione, investita del ricorso contro tale pronunzia, deve concernere esclusivamente la corretta applicazione della detta causa di estinzione e l'eventuale riconoscimento della sussistenza di una di quelle ipotesi, previste dall'art. 152 cod. proc. pen., che portano all'assoluzione con una formula più favorevole anche per l'impugnazione in esame vale il principio secondo cui, nel caso di ricorso contro una sentenza del giudice di merito che abbia dichiarato estinto il reato senza prosciogliere l'imputato con una delle formule indicate dal citato art. 152 cod. proc. pen., la sentenza medesima non può essere annullata per difetto di motivazione sul punto e l'indagine della corte suprema è circoscritta ad accertare se dalla parte motiva della sentenza impugnata emerga, senz'altra indagine, la prova evidente dell'innocenza dell'imputato, ovvero la carenza assoluta della prova a suo carico.