Cassazione penale Sez. V sentenza n. 7338 del 18 febbraio 2015

ECLI:IT:CASS:2015:7338PEN

Massima

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Il dolo del delitto di falsità ideologica di cui all'art. 483 c.p. è integrato dalla volontà cosciente e non coartata di compiere il fatto, nella consapevolezza di agire contro il dovere giuridico di dichiarare il vero, senza che tale consapevolezza possa ritenersi esclusa dal fatto che i precedenti penali non denunciati fossero eventualmente risalenti o che l'istanza fosse stata presentata mediante un modulo prestampato. La quantificazione della pena al di sopra dei minimi edittali può essere giustificata dalla presenza di precedenti penali dell'imputato e dalla reiterazione delle condotte, senza che ciò debba essere oggetto di specifica e dettagliata motivazione. L'aumento di pena per la recidiva, se non impugnato con il ricorso principale, non può essere fatto valere con motivi nuovi successivamente proposti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. LOMBARDI Alfredo M. - Presidente

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. FUMO Maurizio - Consigliere

Dott. PISTORELLI Luca - rel. Consigliere

Dott. DE MARZO Giuseppe - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS), nato a (OMISSIS);

avverso la sentenza del 24/4/2014 della Corte d'appello di Milano;

visti gli atti, il provvedimento impugnato ed il ricorso;

udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. Luca Pistorelli;

udito il Pubblico Ministero in persona del Sostituto Procuratore generale Dott. IZZO Gioacchino che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.

RITENUTO IN FATTO

1. Con la sentenza impugnata la Corte d'…

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