Cassazione penale Sez. II sentenza n. 13551 del 28 marzo 2019

ECLI:IT:CASS:2019:13551PEN

Massima

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Il dolo della ricettazione può essere desunto dalla condotta complessiva dell'imputato, come dalle ripetute versioni mendaci fornite, dalla tempestiva dismissione del bene e dalle condizioni di indigenza in cui versava, senza che sia necessaria una specifica volizione dell'agente di appropriarsi di un bene di provenienza illecita. Inoltre, l'esclusione dell'attenuante della particolare tenuità del fatto di cui all'art. 648 c.p., comma 2, è legittima quando il valore del bene ricettato non sia particolarmente lieve, essendo sufficiente che non sia accertata la lieve consistenza economica dello stesso per negare l'applicazione della circostanza attenuante, senza necessità di ulteriori valutazioni circa gli altri elementi di cui all'art. 133 c.p.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. RAGO Geppino - Presidente

Dott. IMPERIALI Luciano - Consigliere

Dott. PACILLI G. A. R. - rel. Consigliere

Dott. SGADARI Giuseppe - Consigliere

Dott. SARACENO Antonio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza n. 8129/2017 della Corte d'Appello di Torino;
Visti gli atti, la sentenza e il ricorso;
Udita nella pubblica udienza del 18.1.2019 la relazione fatta dal Consigliere Pacilli Giuseppina Anna Rosaria;
Udito il Sostituto Procuratore Generale in persona di TAMPIERI Luca, che ha concluso chiedendo di dichiarare l'inammissibilita' del ricorso;
Udito l'avv. (OMISSIS), difensore del ricorrente, che ha chiesto l'accoglimento d…

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