Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 2951 del 24 gennaio 2012

ECLI:IT:CASS:2012:2951PEN

Massima

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La confisca di beni disposta ai sensi della legge n. 1423 del 1956 può essere legittimamente applicata anche successivamente all'esecuzione della misura di prevenzione personale, purché nel rispetto del termine perentorio di cui all'art. 2-ter, comma 3, della legge n. 575 del 1965, decorrente dal momento del sequestro. In sede di legittimità, il sindacato sulla motivazione del provvedimento di rigetto dell'istanza di revoca della confisca è limitato alla verifica della mera esistenza della motivazione, senza possibilità di censurare l'illogicità manifesta della stessa, essendo preclusa una diversa valutazione degli elementi di fatto, riservata al giudice di merito. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso il decreto di rigetto dell'istanza di revoca della confisca è ammissibile solo per violazione di legge e non per vizi della motivazione, salvo il caso di motivazione inesistente o meramente apparente.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DE ROBERTO ((omissis)) del 15/12/2 -

Dott. MILO ((omissis)) SENTE -

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. Consigliere N. 1 -

Dott. FAZIO ((omissis)) rel. Consigliere REGISTRO GENER -

Dott. PETRUZZELLIS ((omissis)) N. 21446/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

(OMISSIS);

avverso il decreto della Corte di Appello di Palermo del 2 febbraio 2011;

visti gli atti, il provvedimento denunziato e il ricorso;

udita la relazione svolta dal consigliere Dott. ((omissis)) Fazio;

letta la requisitoria del Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Generale, Dott. STABILE Carmine, che ha concluso chiedendo il rigetto del ricorso.

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