Il ricorso amministrativo contro il provvedimento di diniego di condono edilizio diviene improcedibile per sopravvenuta carenza di interesse qualora il richiedente abbia successivamente ottenuto il condono edilizio per le stesse opere oggetto del provvedimento impugnato. In tal caso, il comportamento processuale del ricorrente, che non abbia compiuto alcuna attività per anni, dimostra che l'interesse alla definizione del contenzioso era secondario rispetto alla via amministrativa prescelta con la presentazione di una nuova domanda di condono. Inoltre, l'accoglimento della domanda di condono, eliminando dal mondo giuridico il provvedimento di diniego originariamente impugnato, rende infondata qualsiasi richiesta di risarcimento del danno per il ritardo nella definizione della pratica, in assenza di prova di conseguenze negative derivate dal primo diniego. Il giudice amministrativo può desumere argomenti di prova dal comportamento tenuto dalle parti nel corso del processo, ai sensi dell'art. 64, comma 4, del Codice del processo amministrativo.