Cassazione civile Sez. I sentenza n. 3360 del 14 febbraio 2007

ECLI:IT:CASS:2007:3360CIV

Massima

Massima ufficiale
In tema di obiezione di coscienza, il termine stabilito all'art. 4 della legge 8 luglio 1998, n. 230 per la presentazione della domanda di ammissione al servizio civile in sostituzione del servizio militare, è perentorio, ma ciò non comporta, quale conseguenza automatica, la perdita della possibilità di sottrarsi al servizio militare prestando il servizio civile indipendentemente dalla regolarità dell'iter amministrativo sulla domanda dell'obiettore, atteso che l'art. 5 della medesima legge prevede l'obbligo di provvedere entro sei mesi all'accoglimento o alla reiezione dell'istanza, con decreto impugnabile dinanzi all'Autorità giudiziaria ordinaria, in mancanza del quale la domanda s'intende accolta. La competenza in ordine all'accertamento dell'insussistenza delle cause ostative previste dall'art. 2 della legge, spettante al Ministero della difesa sino al 31 dicembre 1999, è stata trasferita, con decorrenza dal 1° gennaio 2000, all'Ufficio nazionale per il servizio civile, al quale il Ministero deve trasmettere le relative domande, ivi comprese quelle presentate da soggetti che non avrebbero potuto esercitare il diritto all'obiezione di coscienza o che ne fossero decaduti, ed al quale deve pertanto ritenersi applicabile la citata disposizione di cui all'art. 5. (Nel caso di specie, la domanda dell'obiettore non era mai stata trasmessa al competente Ufficio nazionale e trattenuta presso il Distretto militare, privo del potere di decidere, e la S.C. ha confermato la decisione di merito che si è limitata a riconoscere la titolarità del diritto, astenendosi da ogni pronuncia sulla decadenza, per la mancata apertura del prescritto procedimento amministrativo e la conseguente assenza di un provvedimento sfavorevole all'interessato e impugnabile in giudizio).

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