Il provvedimento amministrativo di diniego della concessione edilizia in sanatoria, adottato in seguito alla presentazione di istanza di condono ai sensi della legge n. 326/2003, deve essere correttamente qualificato come atto di autotutela, con la conseguenza che l'amministrazione è tenuta ad attenersi alle previsioni di cui all'art. 21-nonies della legge n. 241/1990 in materia di annullamento d'ufficio. Pertanto, il provvedimento di diniego è viziato da eccesso di potere per difetto di motivazione qualora l'amministrazione non abbia adeguatamente considerato il legittimo affidamento ingenerato nei richiedenti, in particolare in presenza di forniture di pubblici servizi e regolare corresponsione degli oneri amministrativi da oltre un decennio, nonché la carenza di efficacia probatoria delle aerofotogrammetrie utilizzate a fondamento del provvedimento, come accertato in sede penale. Inoltre, il provvedimento di diniego è illegittimo per disparità di trattamento qualora l'amministrazione abbia assunto determinazioni diverse in situazioni di identico contenuto.