Il falso ideologico commesso dal privato in atto pubblico, mediante la presentazione di una dichiarazione sostitutiva di atto di notorietà contenente una data di ultimazione dei lavori non corrispondente al reale e effettivo completamento delle opere, integra il reato di cui all'art. 483 c.p., in quanto tale dichiarazione è destinata a provare la verità dei fatti attestati e a produrre immediati effetti giuridici rilevanti. Inoltre, il tecnico che contribuisce alla redazione di tale dichiarazione mendace, essendo pienamente consapevole del suo carattere fraudolento, risponde anch'egli del medesimo reato di falso ideologico. Ciò in quanto l'ordinamento attribuisce a tali dichiarazioni sostitutive una valenza probatoria privilegiata, essendo destinate a essere trasfuse in atti pubblici. Pertanto, la presentazione di una domanda di condono edilizio corredata da una dichiarazione falsa sulla data di ultimazione dei lavori integra gli estremi del reato di cui all'art. 483 c.p., sia per il privato che l'ha sottoscritta, sia per il tecnico che vi ha concorso consapevolmente. La consumazione del reato di cui all'art. 349 c.p. (violazione di sigilli) si realizza con la materiale apposizione dei sigilli da parte dell'autorità competente, a prescindere dalla redazione del relativo verbale, in quanto la norma tutela il rispetto dei segni esteriori del comando dell'autorità.