Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 4395 del 4 febbraio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:4395PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nel confermare la sentenza di condanna per il reato di calunnia, afferma che il giudice di merito ha adeguatamente motivato il proprio giudizio di colpevolezza, valorizzando gli elementi probatori emersi, in particolare le consulenze tecniche di ufficio ritenute più attendibili rispetto a quella di parte, nonché la documentazione contabile della società appaltatrice. Il giudice di merito ha altresì correttamente applicato i criteri di determinazione della pena, senza incorrere in vizi logici o giuridici. La Corte di Cassazione, pertanto, esclude la possibilità di una rivalutazione delle prove in sede di legittimità, in quanto ciò implicherebbe un inammissibile apprezzamento di merito. Inoltre, la declaratoria di inammissibilità del ricorso comporta il passaggio in giudicato della sentenza, rendendo impossibile la valutazione della sopravvenuta prescrizione del reato, che comunque maturerà in un momento successivo.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. DI VIRGINIO ((omissis)) del 12/01/2 -

Dott. MILO ((omissis)) SENTE -

Dott. GRAMENDOLA Francesco P. rel. Consigliere N. -

Dott. CORTESE ((omissis)) REGISTRO GENER -

Dott. CITTERIO ((omissis)) N. 17824/2 -

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) DI. LU. CA. AN. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 215/2005 CORTE APPELLO di MESSINA, del 02/12/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 12/01/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. GRAMENDOLA ((omissis));

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. GALASSO Aurelio che ha concluso per il rigetto del ricorso.

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