Il dolo nella truffa si configura quando l'agente, fin dall'inizio, abbia la preordinata volontà di procurarsi un ingiusto profitto mediante artifici e raggiri idonei a indurre in errore la vittima e a determinarne la disposizione patrimoniale a proprio vantaggio, anche omettendo informazioni essenziali sulla fattibilità e sulle condizioni dell'operazione proposta. Costituiscono elementi rilevanti del dolo fraudolento la falsa qualificazione professionale dell'agente, la mancata comunicazione di elementi ostativi alla realizzazione del progetto, l'utilizzo di dati fiscali non veritieri e la predisposizione di contratti che inducono il contraente in errore circa la concreta possibilità di adempiere agli obblighi assunti. Il dolo può essere desunto anche dalla mancata esecuzione degli impegni assunti, dal rifiuto di restituire le somme indebitamente percepite e dal compimento di ulteriori artifici volti a mantenere il profitto illecitamente conseguito. Analogamente, il dolo nel falso in cambiale si configura quando l'agente abbia consapevolmente e volontariamente riempito cambiali in bianco con importi e date non corrispondenti alla realtà, al fine di procurarsi un ingiusto vantaggio patrimoniale.