Il provvedimento di revoca delle agevolazioni finanziarie concesse ai sensi della legge n. 488/1992 è legittimo qualora emerga, a seguito di accertamenti della Guardia di Finanza, che l'impresa beneficiaria abbia commesso gravi irregolarità nell'utilizzo dei fondi pubblici, come la produzione di falsi documenti di spesa attestanti costi superiori al reale per la realizzazione di una parte dell'opificio industriale adibita a lussuosa abitazione privata anziché a finalità produttive. In tali casi, il provvedimento di revoca non può ritenersi sproporzionato, in quanto la violazione delle specifiche condizioni poste nel decreto di concessione dell'agevolazione, che impongono il rispetto della destinazione d'uso dell'investimento, integra un perno fondamentale e strutturale dell'equilibrio tra investimenti privati e pubblici, necessario a giustificare l'intervento agevolativo. Inoltre, la decadenza dai benefici ottenuti sulla base di dichiarazioni non veritiere è espressamente prevista dall'art. 75 del D.P.R. n. 445/2000, norma di carattere generale che integra la disciplina settoriale. Infine, in materia di aiuti di Stato, il diritto comunitario impone l'obbligo di recupero degli aiuti erogati in violazione dei principi di addizionalità e necessità, prevalendo sull'affidamento del privato, in quanto la lesione della parità concorrenziale rappresenta uno dei valori fondamentali del diritto dell'Unione Europea.