Cassazione penale Sez. I sentenza n. 9892 del 12 marzo 2020

ECLI:IT:CASS:2020:9892PEN

Massima

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Il contrasto di giudicati, quale causa di revisione ai sensi dell'art. 630, comma 1, lett. a) c.p.p., presuppone l'oggettiva incompatibilità tra i fatti storici accertati nelle due sentenze poste a raffronto, e non può essere ravvisato nella mera diversità di valutazione del compendio probatorio da parte dei giudici. Pertanto, la revisione non è ammissibile quando le divergenze tra le decisioni definitive sono riconducibili a una differente valutazione della persuasività delle prove, senza che vi sia una effettiva inconciliabilità nella ricostruzione dei fatti materiali. Il giudice di revisione non può sostituire la propria valutazione del materiale probatorio a quella già compiuta nei precedenti giudizi, essendo precluso un nuovo apprezzamento del fatto, salvo che non emerga una oggettiva incompatibilità tra le premesse fattuali poste a base delle diverse pronunce.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MAZZEI Antonella - Presidente

Dott. SARACENO ((omissis)) - rel. Consigliere

Dott. MINCHELLA Antonio - Consigliere

Dott. ALIFFI Francesco - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 14/05/2018 della CORTE APPELLO di VENEZIA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere ((omissis)) SARACENO;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore CANEVELLI PAOLO;
Il Procuratore Generale conclude per l'inammissibilita' del ricorso;
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di MILANO, sostituto processuale, come da nomina depos…

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