Cassazione penale Sez. II sentenza n. 26597 del 7 luglio 2011

ECLI:IT:CASS:2011:26597PEN

Massima

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Il sequestro preventivo di beni intestati a terzi estranei al procedimento penale è legittimo quando l'accusa dimostra, anche attraverso presunzioni gravi, precise e concordanti, che tali beni sono nella effettiva disponibilità dell'indagato, a prescindere dalla loro formale intestazione, al fine di salvaguardarli dal pericolo di confisca. Il terzo proprietario formale, pur non essendo gravato da alcun onere probatorio, ha tuttavia l'onere di allegare elementi fattuali che dimostrino la sua esclusiva proprietà del bene, confutando la tesi accusatoria. Il ricorso per cassazione avverso il provvedimento di sequestro è ammesso solo per violazioni di legge e non per vizi di motivazione, salvo che questa sia del tutto mancante o meramente apparente. Il requisito della pertinenzialità tra il reato e il bene da confiscare non è necessario ai fini del sequestro preventivo ex art. 12-sexies d.l. 306/1992, essendo sufficiente la sola condanna dell'indagato per uno dei reati ivi previsti.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe - Presidente

Dott. FIANDANESE Franco - Consigliere

Dott. GALLO Domenico - Consigliere

Dott. RAGO Geppino - rel. Consigliere

Dott. D'ARRIGO Cosimo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PI. MA. nata il (OMESSO);

avverso l'ordinanza n. 18/2011 del Trib. Liberta' di Milano pronunciata in data 16/02/2011;

Visti gli atti, l'ordinanza ed il ricorso;

udita la relazione fatta dal Consigliere dott. Geppino Rago;

udito il Procuratore Generale in persona del dott. Mario Fraticelli che ha concluso per l'inammissibilita';

udito il difensore avv.to Dario Bolognesi che ha concluso per l'accoglimento.

FATTO

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