Il delitto di minaccia, ai sensi dell'art. 612 c.p., è un reato di pericolo la cui integrazione non richiede che il soggetto passivo si sia effettivamente sentito intimidito, essendo sufficiente che la condotta dell'agente sia potenzialmente idonea ad incidere sulla sua libertà morale, valutata secondo un criterio medio e in relazione alle concrete circostanze del fatto. Pertanto, la mera pronuncia di espressioni minacciose, anche se non coincidenti con quelle riferite dalla persona offesa, può integrare il delitto di minaccia, a prescindere dal ruolo di autore materiale o di mandante attribuito all'imputato. Inoltre, il termine di prescrizione del reato di minaccia, commesso prima dell'entrata in vigore della L. n. 119 del 2013, è da fissarsi alla data del 20 novembre 2019, tenuto conto dei giorni di sospensione previsti dall'art. 159 c.p. Infine, la pena pecuniaria irrogata in misura superiore al limite edittale previsto dall'art. 612 c.p., comma 1, prima della modifica legislativa del 2013, deve essere rideterminata nel minimo edittale di Euro 50 di multa.