Il Comune, in assenza di classificazione acustica del proprio territorio, non può applicare i limiti differenziali di rumorosità previsti dalla normativa, ma solo i limiti assoluti di cui all'art. 6, comma 1, del D.P.C.M. 1 marzo 1991. Pertanto, il provvedimento comunale che ordina la cessazione dell'attività di diffusione sonora e sospende l'autorizzazione per la somministrazione di alimenti e bevande in un circolo privato, fondandosi sul superamento dei limiti differenziali accertato da una relazione tecnica, è illegittimo in quanto adottato in assenza dei presupposti di fatto e di diritto. Il Comune, in mancanza di classificazione acustica del territorio, non può far applicare i limiti differenziali di rumorosità, dovendo limitarsi ai soli limiti assoluti previsti dalla normativa, con la conseguenza che il provvedimento che impone la cessazione dell'attività e la sospensione dell'autorizzazione sulla base del superamento dei limiti differenziali è illegittimo per carenza dei presupposti di fatto e di diritto. La mancata adozione della classificazione acustica comunale comporta l'inapplicabilità dei limiti differenziali di rumorosità, con la conseguente illegittimità dei provvedimenti che si fondano su tale presupposto erroneo.