La modifica del piano urbanistico comunale e del piano paesaggistico che prevede l'individuazione di una nuova zona per insediamenti turistici in un'area naturale, boschiva e alpina, al di sopra dei 1.600 m s.l.m., nelle immediate vicinanze del patrimonio dell'umanità delle Dolomiti, deve essere effettuata nel rispetto della legge provinciale n. 9 del 2018 "Territorio e paesaggio", la quale ha fortemente circoscritto il consumo di suolo all'esterno dell'area insediabile non connesso all'attività agricola, ammettendolo esclusivamente se necessario e in assenza di alternative economicamente ed ecologicamente ragionevoli. La norma transitoria di cui all'art. 103, comma 2, della citata legge provinciale, che consente l'applicazione della previgente disciplina urbanistica in caso di ripresentazione di piani annullati per vizi procedurali, non è applicabile quando l'annullamento è dovuto a vizi sostanziali della variante urbanistica, come nel caso di specie in cui il Consiglio comunale ha apportato modifiche sostanziali alla proposta originaria della Giunta comunale, estendendo la perimetrazione della nuova zona turistica a nuove aree non previste. In tali ipotesi, la pubblica amministrazione è tenuta ad applicare la nuova normativa in vigore al momento dell'adozione dell'atto conclusivo del procedimento, in ossequio al principio tempus regit actum, senza poter beneficiare della disciplina transitoria. La tutela del paesaggio, quale valore costituzionalmente protetto, prevale sulle esigenze di sviluppo turistico, imponendo il rispetto dei limiti e delle condizioni stabiliti dalla legge provinciale n. 9 del 2018 per il consumo di suolo e l'individuazione di nuove zone edificabili.