Cassazione penale Sez. V sentenza n. 35084 del 29 settembre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:35084PEN

Massima

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La minaccia di costringere una persona a commettere reati di favoreggiamento, false informazioni e falsa testimonianza, al fine di indurla a ritrattare dichiarazioni accusatorie rese nei confronti di autori di un tentato omicidio, integra il reato di minaccia previsto dall'art. 611 c.p. La presenza di un soggetto che rafforza l'intento intimidatorio e accresce la carica di condizionamento, pur non essendo l'autore materiale della minaccia, può essere valutata come contributo causale al reato. La motivazione della sentenza che ricostruisce in modo logico e coerente il fatto, individuando i protagonisti, il contenuto della minaccia, l'effetto intimidatorio e il nesso causale tra la condotta del concorrente e il reato, è immune da vizi. La valutazione del trattamento sanzionatorio, inclusa la concessione o il diniego delle attenuanti generiche, rientra nel potere discrezionale del giudice di merito, il quale deve indicare solo gli elementi ritenuti decisivi e rilevanti, senza necessità di un'analitica valutazione di tutti i fattori favorevoli e sfavorevoli.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. AMBROSINI Giangiulio - Presidente

Dott. FERRUA Giuliana - Consigliere

Dott. BEVERE Antonio - rel. Consigliere

Dott. OLDI Paolo - Consigliere

Dott. SAVANI Piero - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) D'. GI. N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 840/2008 CORTE APPELLO di MESSINA, del 08/06/2009;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 22/04/2010 la relazione fatta dal Consigliere Dott. ANTONIO BEVERE;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. ((omissis)), che ha concluso per il rigetto.

FATTO E DIRITTO

Con sentenza emessa il 8.6.09, la corte di appello d…

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