Il Consiglio di Stato, in sede giurisdizionale, ha stabilito che: 1. L'impianto di distribuzione di carburanti, situato al di fuori del centro abitato di Udine, è soggetto al rispetto delle distanze previste per le strade extraurbane. Pertanto, la dichiarazione di incompatibilità territoriale dell'impianto è legittima, in quanto l'accesso all'impianto si trovava a distanza inferiore a quella necessaria rispetto all'importante intersezione stradale della tangenziale di Udine. 2. L'adeguamento di un impianto di distribuzione di carburanti localizzato a distanza non regolamentare da intersezioni o accessi di rilevante importanza implica la rimozione della causa dell'incompatibilità territoriale mediante il ripristino delle condizioni legali di sicurezza stradale. Ove ciò non sia possibile, non può aversi la regolarizzazione dell'impianto, ma al più la sua rilocalizzazione. 3. La semplice intimazione della chiusura e smantellamento dell'impianto non preclude al titolare la facoltà di presentare, in via alternativa, un programma di adeguamento, riconosciuta direttamente dalla legge regionale. Pertanto, l'ordine di demolizione è legittimo, in quanto conseguente alla decadenza di diritto dell'autorizzazione all'esercizio dell'impianto, per mancata esecuzione del programma di chiusura e smantellamento. 4. L'ordine di demolizione non deve necessariamente indicare le modalità operative per la rimozione dell'impianto e le opere di salvaguardia ambientale, in quanto tali prescrizioni attengono ai provvedimenti edilizi di assenso ai progetti di smantellamento e rimozione degli impianti esistenti, e non all'ordine di demolizione in sé.