Cassazione penale Sez. V sentenza n. 2475 del 22 gennaio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:2475PEN

Massima

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Il dolo generico è sufficiente per integrare il reato di bancarotta fraudolenta patrimoniale, essendo necessaria solo la consapevolezza che le operazioni compiute sul patrimonio sociale siano idonee a cagionare un danno ai creditori, senza che sia richiesta l'intenzione di causarlo. Ai fini della sussistenza del reato di bancarotta fraudolenta documentale, è necessario che l'irregolare tenuta dei libri e delle scritture contabili abbia concretamente impedito la ricostruzione della situazione patrimoniale e finanziaria dell'impresa fallita, non essendo sufficiente la mera irregolarità formale. La durata delle pene accessorie previste dalla legge fallimentare deve essere determinata dal giudice in concreto sulla base dei criteri di cui all'articolo 133 c.p., a seguito della declaratoria di incostituzionalità della previsione di una durata fissa di dieci anni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. CATENA Rossella - Presidente

Dott. BELMONTE Maria T. - rel. Consigliere

Dott. ROMANO Michele - Consigliere

Dott. SCORDAMAGLIA Irene - Consigliere

Dott. BORRELLI Paola - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sui ricorsi proposti da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 19/07/2017 della CORTE APPELLO di TRENTO;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dott. MARIA TERESA BELMONTE;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore Dott. EPIDENDIO TOMASO;
Il Proc. Gen. conclude per l'annullamento con rinvio relativamente alla rideterminazione delle pene accessorie e inammissibilita' nel resto;…

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