Tribunale Amministrativo Regionale Piemonte - Torino sentenza n. 388 del 2015

ECLI:IT:TARPIE:2015:388SENT

Massima

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L'ordine di demolizione di opere abusive realizzate su suolo pubblico deve essere rivolto al responsabile dell'abuso, individuato ai sensi dell'art. 35, comma 1, del d.P.R. n. 380 del 2001, e non può essere indirizzato ai soli comproprietari dell'immobile cui le opere abusive accedono, qualora questi non siano stati identificati come responsabili dell'abuso. L'amministrazione comunale, in presenza dei presupposti di legge, può comunque intervenire con lo strumento dell'autotutela possessoria di cui all'art. 823, comma 2, c.c., per il ripristino dello stato dei luoghi. L'ordine di demolizione di opere abusive realizzate su suolo pubblico deve essere rivolto al responsabile dell'abuso, individuato ai sensi dell'art. 35, comma 1, del d.P.R. n. 380 del 2001, e non può essere indirizzato ai soli comproprietari dell'immobile cui le opere abusive accedono, qualora questi non siano stati identificati come responsabili dell'abuso. L'amministrazione comunale, in presenza dei presupposti di legge, può comunque intervenire con lo strumento dell'autotutela possessoria di cui all'art. 823, comma 2, c.c., per il ripristino dello stato dei luoghi. La motivazione dell'ordine di demolizione deve indicare in modo chiaro e puntuale i presupposti di fatto e di diritto che giustificano l'esercizio del potere di autotutela, con particolare riguardo all'individuazione del responsabile dell'abuso e alla valutazione dell'interesse pubblico sotteso all'intervento di ripristino. L'ordine di demolizione non può essere legittimamente rivolto a soggetti che non rivestono la qualità di responsabili dell'abuso, come nel caso di meri comproprietari dell'immobile cui le opere abusive accedono, in assenza di una loro diretta responsabilità nella realizzazione delle stesse. Inoltre, l'amministrazione comunale deve valutare attentamente il bilanciamento tra l'interesse pubblico alla rimozione delle opere abusive e il sacrificio imposto ai privati, specie quando le opere abusive risultino risalenti nel tempo e la loro rimozione comporti la completa inutilizzabilità di beni di proprietà privata, come nel caso di autorimesse interrate. In tali ipotesi, l'ordine di demolizione deve essere adeguatamente motivato, con particolare riguardo alla sussistenza di un preminente interesse pubblico che giustifichi il sacrificio imposto ai privati.

Sentenza completa

N. 01174/2013
REG.RIC.

N. 00388/2015 REG.PROV.COLL.

N. 01174/2013 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Piemonte

(Sezione Seconda)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

sul ricorso numero di registro generale 1174 del 2013, proposto da:
((omissis)), ((omissis)), ((omissis)), rappresentati e difesi dall'avv. ((omissis)), con domicilio eletto presso ((omissis)) in Torino, c.so Duca degli Abruzzi, 42;

contro

COMUNE DI MORIONDO TORINESE;

per l'annullamento

dell'ordinanza di demolizione n. 04/13 datata 30 agosto 2013 e notificata in data 5 settembre 2013, avente ad oggetto il ripristino di opere abusive realizzate in difformità da concessione edilizia n. 16/94 del 27.04.1994 circa l'impianto di opere costituenti l'accesso carraio al piano interrato eseguito su area comunal…

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