La pubblica amministrazione può annullare d'ufficio un provvedimento amministrativo illegittimo, ai sensi dell'art. 21-nonies della legge n. 241/1990, entro il termine perentorio di 18 mesi dalla sua adozione, senza possibilità di far decorrere tale termine da un momento successivo. Trascorso tale termine, l'amministrazione non può più procedere all'annullamento d'ufficio del provvedimento, a prescindere dalla sussistenza di ragioni di interesse pubblico, in quanto il decorso del termine determina la stabilizzazione della situazione giuridica venutasi a creare. Il termine di 18 mesi, introdotto dall'art. 6 della legge n. 124/2015, si applica anche ai procedimenti amministrativi avviati prima della sua entrata in vigore, decorrendo in tali casi dalla data di entrata in vigore della predetta legge, e non dalla data di adozione del provvedimento da annullare. L'amministrazione non può, pertanto, far valere una diversa interpretazione del dies a quo del termine di 18 mesi, in quanto ciò comporterebbe un'applicazione retroattiva della norma in senso sfavorevole per il destinatario del provvedimento, in violazione del principio di tutela dell'affidamento e della certezza dei rapporti giuridici.