Il provvedimento di revoca di un'autorizzazione di polizia per il commercio di oggetti preziosi può essere legittimamente adottato dalla Pubblica Amministrazione anche in assenza di una condanna penale definitiva, qualora emergano gravi elementi di fatto che facciano venir meno i requisiti di affidabilità e di moralità del titolare dell'autorizzazione. La valutazione di tali elementi deve essere operata con la massima severità, in considerazione dell'interesse pubblico sotteso al rilascio e al mantenimento di tali autorizzazioni, che presuppongono la comprovata integrità e affidabilità del soggetto autorizzato. Pertanto, la revoca dell'autorizzazione non costituisce una misura eccessivamente afflittiva, in quanto rappresenta la naturale conseguenza dell'accertato venir meno dei requisiti di affidabilità, a prescindere dall'eventuale pendenza di un procedimento penale a carico del titolare. L'Amministrazione, in tali casi, non è tenuta ad adottare misure meno incisive, come i soli controlli sull'attività, essendo legittimata a disporre l'interdizione dall'esercizio dell'attività autorizzata, in ragione della gravità delle condotte contestate e della necessità di tutelare l'interesse pubblico al corretto svolgimento del commercio di oggetti preziosi.