Cassazione penale Sez. V sentenza n. 14985 del 18 aprile 2012

ECLI:IT:CASS:2012:14985PEN

Massima

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Il diritto di critica e di espressione del pensiero, anche se esercitato in modo aspro e polemico, non può essere considerato reato di diffamazione quando le affermazioni, pur denigratorie, siano dirette a contestare l'operato di un pubblico ufficiale o di un soggetto che svolge una funzione pubblica, purché siano rispettati i limiti della continenza formale e della verità putativa dei fatti esposti. Tuttavia, qualora le espressioni utilizzate, per la loro particolare virulenza e gratuità, eccedano tali limiti, integrando un attacco personale e gratuito all'onore e alla reputazione altrui, il diritto di critica può essere ritenuto abusato e configurare il reato di ingiuria o diffamazione. In tali casi, la valutazione della gravità della condotta e della proporzionalità della pena irrogata rientra nel prudente apprezzamento del giudice di merito, la cui decisione è sindacabile in sede di legittimità solo per vizi logici o contraddittorietà della motivazione.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE QUINTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. MARASCA Gennaro - Presidente

Dott. SCALERA Vito - rel. Consigliere

Dott. DE BERARDINIS Silvana - Consigliere

Dott. VESSICHELLI Maria - Consigliere

Dott. ZAZA Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) (OMISSIS) N. IL (OMISSIS);

avverso la sentenza n. 11/2010 TRIBUNALE di TERAMO, del 08/10/2010;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 15/12/2011 la relazione fatta dal Consigliere Dott. VITO SCALERA;

Udite le conclusioni del Procuratore Generale in persona del Sostituto dott. Antonio Mura, che ha chiesto dichiararsi l'inammissibuilita' del ricorso.

OSSER…

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