Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 45687 del 28 ottobre 2016

ECLI:IT:CASS:2016:45687PEN

Massima

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Il rifiuto di fornire le proprie generalità e l'uso di violenza fisica nei confronti di un pubblico ufficiale nell'esercizio delle sue funzioni, al fine di sottrarsi all'identificazione e al controllo legittimamente in corso, integrano il reato di resistenza a pubblico ufficiale. La ricostruzione dei fatti operata dai giudici di merito, che abbia adeguatamente valorizzato le risultanze probatorie e non risulti manifestamente illogica o viziata da travisamento della prova, non può essere sindacata in sede di legittimità, essendo preclusa la possibilità di una diversa valutazione del materiale istruttorio. L'elemento soggettivo del reato di resistenza è integrato dalla consapevolezza e volontà dell'agente di opporsi con la forza fisica all'attività legittima del pubblico ufficiale, senza che sia necessaria la specifica finalità di impedire o ostacolare l'esercizio delle sue funzioni.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IPPOLITO Francesco - Presidente

Dott. TRONCI Andrea - Consigliere

Dott. MOGINI Stefano - Consigliere

Dott. CRISCUOLO Anna - Consigliere

Dott. RICCIARELLI Massimo - rel. Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 26/06/2015 della Corte di appello di Ancona;
visti gli atti, la sentenza impugnata e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ((omissis));
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale Dr. ((omissis)), che ha concluso per l'inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
1. Con sentenza del 26/6/2015 la Corte di appello di Ancona ha parzialmente riformato q…

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