Il rilascio del permesso di soggiorno per motivi di lavoro subordinato può essere revocato dalla Prefettura qualora i documenti presentati a sostegno della richiesta siano stati ottenuti mediante frode, falsificazione o contraffazione, ai sensi dell'art. 22, comma 5 ter, del d.lgs. n. 286 del 1998. Tuttavia, tale revoca può essere annullata dal giudice amministrativo qualora emergano altri elementi probatori, anche indiretti, che dimostrino in modo univoco la presenza legittima dello straniero sul territorio nazionale in un periodo antecedente alla richiesta di emersione, come la nascita di un figlio in Italia o il rilascio di un passaporto da parte delle autorità consolari del Paese di origine. In tali casi, il giudice deve accogliere il ricorso dello straniero, in quanto la revoca del nulla osta al lavoro risulta illegittima, pur in presenza di un documento apparentemente contraffatto, laddove siano comunque comprovati altri elementi idonei a dimostrare la regolarità della sua posizione sul territorio nazionale.