Cassazione penale Sez. I sentenza n. 13050 del 27 aprile 2020

ECLI:IT:CASS:2020:13050PEN

Massima

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Il pericolo di reiterazione del reato, quale esigenza cautelare che giustifica l'applicazione della custodia cautelare in carcere, può essere desunto dalla personalità dell'imputato, dalla sua incapacità di autocontrollo e dal suo pregresso coinvolgimento in episodi di violenza, anche connessi alla circolazione stradale, a prescindere dalla manifestazione di pentimento, dalla durata della custodia e dalla buona condotta in carcere, ove tali elementi non siano accompagnati da una effettiva rielaborazione critica della condotta criminosa. La valutazione della pericolosità sociale dell'imputato deve essere effettuata con riferimento all'attualità della stessa, senza limitarsi a considerare esclusivamente dati storici, ma tenendo conto di tutti gli elementi rilevanti emersi nel corso del procedimento, al fine di accertare se le esigenze cautelari possano essere soddisfatte con misure meno afflittive della custodia in carcere.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SARACENO Rosa Anna - Presidente

Dott. BIANCHI Michele - rel. Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

Dott. RENOLDI Carlo - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 27/06/2019 del TRIB. LIBERTA' di MILANO;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. MICHELE BIANCHI;
sentite le conclusioni del PG Dr. CANEVELLI PAOLO, che ha chiesto il rigetto del ricorso.
E' presente l'avvocato (OMISSIS) del foro di Roma, in sostituzione dell'avvocato (OMISSIS) del foro di TORINO, come da nomina depositata in udienza, in difesa di (OMISSIS), che si riporta ai motivi del ricorso.
RITENUTO IN …

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