La realizzazione di opere infrastrutturali e viarie di interesse pubblico, previste nell'ambito di un piano di sviluppo urbanistico e commerciale, può essere attuata attraverso la collaborazione tra amministrazioni pubbliche e soggetti privati attuatori, anche mediante la suddivisione in lotti funzionali e la ripartizione degli oneri finanziari, purché nel rispetto dei principi di buon andamento, imparzialità e ragionevolezza dell'azione amministrativa. L'amministrazione gode di ampia discrezionalità nella definizione delle modalità attuative, tenendo conto delle mutate esigenze e del contesto socio-economico, senza che ciò comporti necessariamente la lesione di interessi legittimi dei privati coinvolti, i quali possono aver concorso alla formulazione delle soluzioni adottate. L'annullamento degli atti che recepiscono tali soluzioni concordate non garantisce automaticamente il ripristino delle previsioni originarie, residuando comunque ampi margini di discrezionalità per l'amministrazione nel ridefinire gli assetti infrastrutturali. Pertanto, il ricorso avverso tali atti può essere dichiarato inammissibile per difetto di interesse, qualora non sia dimostrato un pregiudizio concreto ed attuale derivante dalle scelte amministrative impugnate.