Cassazione penale Sez. II sentenza n. 55 del 5 gennaio 2010

ECLI:IT:CASS:2010:55PEN

Massima

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Il reato di associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) può essere provato anche sulla base delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, purché sorrette da riscontri esterni idonei a confermarne l'attendibilità intrinseca e la credibilità soggettiva, senza che sia necessaria la presenza di elementi individualizzanti per ogni singolo episodio criminoso. L'appartenenza dell'imputato all'associazione mafiosa può desumersi da un complesso di elementi indiziari, quali la sua partecipazione a specifiche attività delittuose, il suo inserimento in ruoli e mansioni riservate all'interno del sodalizio, i suoi rapporti con esponenti di spicco dell'organizzazione, la sua condotta di vita e la sua personalità, senza che sia necessaria la prova diretta del vincolo associativo. Il giudice di merito gode di ampia discrezionalità nella determinazione della pena, nel rispetto dei limiti edittali, sulla base di una valutazione complessiva degli elementi indicati dall'art. 133 c.p., senza che tale valutazione debba essere analitica e dettagliata. Il diniego delle attenuanti generiche può essere adeguatamente motivato con riferimento alla gravità del fatto, alla personalità dell'imputato e alla sua pericolosità sociale, desumibili dal complesso degli elementi emersi.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. COSENTINO Giuseppe Maria - Presidente

Dott. CASUCCI Giuliano - Consigliere

Dott. DAVIGO Piercamillo - Consigliere

Dott. IASILLO Adriano - Consigliere

Dott. CHINDEMI Domenico - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

1) TA. AN. , N. IL (OMESSO);

avverso la sentenza n. 1264/2006 CORTE APPELLO di NAPOLI, del 13/11/2006;

visti gli atti, la sentenza e il ricorso;

udita in PUBBLICA UDIENZA del 16/12/2009 la relazione fatta dal Consigliere Dott. DOMENICO CHINDEMI;

Udito il Procuratore Generale in persona del Dott. D'ANGELO Giovanni, che ha concluso per il rigetto del ricorso.

Osserva:

IN FATTO

La Corte di appello di Napoli, con sentenza in data 1…

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