Il provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) di cui all'art. 27-bis del d.lgs. n. 152/2006 costituisce un nuovo e innovativo procedimento amministrativo, introdotto in attuazione della direttiva 2014/52/UE, volto a semplificare, armonizzare e razionalizzare le procedure di valutazione di impatto ambientale (VIA), attraverso l'integrazione e il coordinamento di tutti i titoli abilitativi necessari per la realizzazione e l'esercizio del progetto. Il PAUR non si limita a raccogliere in un unico atto i diversi provvedimenti emessi all'esito dei procedimenti amministrativi di competenza delle varie amministrazioni coinvolte, ma attribuisce all'autorità competente in materia di VIA il potere di assumere la determinazione finale, anche superando eventuali dissensi o silenzi delle amministrazioni preposte alla cura di interessi sensibili. Tale determinazione conclusiva della conferenza di servizi ha natura unitaria e comprensiva di tutti i titoli abilitativi necessari, con effetti sostitutivi o coordinatori rispetto agli stessi. La disciplina del PAUR, rientrando nella competenza legislativa esclusiva dello Stato in materia ambientale ai sensi dell'art. 117, comma 2, lett. s), Cost., si impone anche alle Regioni, le quali sono tenute ad adeguare i propri ordinamenti entro il termine perentorio di 120 giorni dall'entrata in vigore del d.lgs. n. 104/2017, decorso inutilmente il quale trovano applicazione i poteri sostitutivi statali. Pertanto, la delega alle Province delle funzioni amministrative in materia di VIA, operata dalla Regione Puglia con la l.r. n. 17/2007, non è idonea a radicare in capo a tali enti la competenza al rilascio del PAUR, in assenza di una specifica previsione normativa regionale che, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, differenziazione e adeguatezza, attribuisca tale nuova funzione amministrativa agli enti locali sub-regionali, assicurandone altresì l'adeguato finanziamento.