Il reato di atti persecutori (stalking) è procedibile d'ufficio e non può essere estinto per remissione di querela, anche quando sia connesso a reati procedibili a querela, in quanto la perseguibilità del reato di stalking non dipende dalla procedibilità dei reati connessi, ma dalla natura abituale e dalla lesione della libertà morale della vittima. Pertanto, la remissione di querela relativa a reati connessi, come il reato di minaccia, non incide sulla procedibilità d'ufficio del reato di stalking, che rimane perseguibile indipendentemente dalla sorte processuale degli altri reati. Inoltre, le condotte di molestia iniziate prima dell'entrata in vigore della norma incriminatrice dello stalking, ma proseguite anche successivamente, integrano un'unica fattispecie di atti persecutori, essendo tale reato necessariamente abituale. Infine, la depenalizzazione del reato di ingiuria comporta la revoca delle statuizioni civilistiche di condanna, fermo restando la possibilità per il soggetto interessato di promuovere azione di risarcimento e di sollecitare l'applicazione delle sanzioni pecuniarie civili introdotte dal D.Lgs. n. 7 del 2016.