Cassazione penale Sez. VI sentenza n. 36544 del 12 ottobre 2010

ECLI:IT:CASS:2010:36544PEN

Massima

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Il giudice di legittimità, nell'esercizio del sindacato di legittimità sulla motivazione di un provvedimento cautelare, non può sostituire la propria valutazione a quella del giudice di merito in ordine all'interpretazione del contenuto delle intercettazioni, salvo che non ravvisi un travisamento della prova, ovvero una difformità incontestabile tra il contenuto reale delle conversazioni e quello indicato nel provvedimento impugnato. L'interpretazione del linguaggio e del significato delle conversazioni intercettate costituisce, infatti, una questione di fatto rimessa alla valutazione discrezionale del giudice di merito, la cui motivazione deve essere logica e conforme alle massime di esperienza. Pertanto, il ricorso per cassazione avverso il provvedimento cautelare che si fondi su tale interpretazione è inammissibile, ove non siano dedotti e riscontrabili i suddetti vizi logici o di travisamento della prova.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE SESTA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. SERPICO Francesco - Presidente

Dott. MILO Nicola - Consigliere

Dott. LANZA Luigi - rel. Consigliere

Dott. MATERA Lina - Consigliere

Dott. FIDELBO Giorgio - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA

sul ricorso proposto da:

PI. FI. , nato il (OMESSO);

avverso l'ordinanza 11 maggio 2010 del Tribunale del riesame di Palermo, che, in accoglimento dell'appello proposto dal P.M. presso la Procura della Repubblica di Palermo, contro l'ordinanza 13 aprile 2010 del G.I.P. del Tribunale di Palermo, ha applicato la misura della custodia cautelare in carcere anche per il reato associativo di cui al capo 1 del titolo di custodia cautelare, disponendo l'esecuzione del …

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