Tribunale Amministrativo Regionale Lazio - Roma sentenza breve n. 9302 del 2024

ECLI:IT:TARLAZ:2024:9302SENB

Massima

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La richiesta di appuntamento per la presentazione di una domanda di visto di ingresso costituisce un mero atto endoprocedimentale, privo di autonoma rilevanza giuridica, la cui mancata adozione non determina una lesione immediata della sfera giuridica del richiedente. Pertanto, il ricorso avverso il silenzio serbato dall'amministrazione sulla richiesta di appuntamento è inammissibile per difetto di interesse, in quanto l'eventuale accoglimento non comporterebbe alcun effetto pratico per il ricorrente. Inoltre, il ricorso è inammissibile anche qualora sia stato proposto prima del decorso del termine previsto dalla legge per il rilascio del visto richiesto, atteso che in tale ipotesi non si è ancora formato il silenzio-inadempimento denunciato. La definizione in rito della controversia giustifica la compensazione integrale delle spese di lite tra le parti.

Sentenza completa

Pubblicato il 11/05/2024

N. 09302/2024 REG.PROV.COLL.

N. 01801/2024 REG.RIC.

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio

(Sezione Terza)

ha pronunciato la presente

SENTENZA

ex
art. 60 cod. proc. amm.;
sul ricorso numero di registro generale 1801 del 2024, proposto da -OMISSIS-, rappresentato e difeso dall’avvocato ((omissis)), con domicilio digitale come da PEC da Registri di Giustizia;

contro

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in persona del legale rappresentante
pro tempore
, rappresentato e difeso dall’Avvocatura Generale dello Stato, domiciliataria
ex lege
in Roma, via dei Portoghesi, 12;

per l’annullamento

del silenzio rifiuto sulla richiesta di concessione di visto di ingresso per lavoro subordinato
ex
art. 117 c.p.a.

Visti il ricor…

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