Cassazione penale Sez. I sentenza n. 21011 del 15 luglio 2020

ECLI:IT:CASS:2020:21011PEN

Massima

Generata da Simpliciter
Il partecipe ad un'associazione di tipo mafioso può beneficiare del vincolo della continuazione tra il reato associativo e i reati-fine solo se questi ultimi siano stati programmati almeno nelle loro linee essenziali al momento dell'adesione al sodalizio criminoso. Pertanto, non è configurabile la continuazione tra il reato associativo e quei reati-fine che, pur rientrando nell'ambito delle attività del sodalizio e finalizzati al suo rafforzamento, non erano preventivabili ab origine perché legati a circostanze ed eventi contingenti e occasionali o, comunque, non immaginabili al momento iniziale dell'associazione. Ai fini dell'operatività dell'istituto della continuazione, il presupposto indefettibile è l'unicità del disegno criminoso, da intendersi come preordinazione unitaria da parte del soggetto agente delle diverse condotte violatrici, almeno nelle loro linee essenziali, in una fase antecedente al momento perfezionativo delle stesse. Tale unitarietà programmatica, che si colloca in una fase anteriore alla commissione dei singoli reati, manifesta una ridotta pericolosità sociale e giustifica il trattamento sanzionatorio più mite rispetto al cumulo materiale. Pertanto, il partecipe all'associazione accede al beneficio della continuazione allorché si determina a fare ingresso nel sodalizio e a tale dato temporale deve riferirsi la verifica della programmazione unitaria dei reati-fine.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. IASILLO Adriano - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - rel. Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

Dott. DI GIURO Gaetano - Consigliere

Dott. CAPPUCCIO Daniele - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso l'ordinanza del 16/09/2019 del Giudice del TRIBUNALE di TERNI;
udita la relazione svolta dal Consigliere TERESA LIUNI;
lette le conclusioni del Procuratore generale, ETTORE PEDICINI, il quale ha chiesto la declaratoria di inammissibilita' del ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. Con ordinanza del 10/9/2019 la Corte di Assise di appello di Messina, in funzione di giudice dell'esecuzione, rigettava l'istanza di (OMISSIS), diretta al riconosci…

Questo contenuto è riservato agli utenti registrati
Sentenze simili
Ricerca rapida tra milioni di sentenze
Trova facilmente ciò che stai cercando in pochi istanti. La nostra vasta banca dati è costantemente aggiornata e ti consente di effettuare ricerche veloci e precise.
Trova il riferimento esatto della sentenza
Addio a filtri di ricerca complicati e interfacce difficili da navigare. Utilizza una singola barra di ricerca per trovare precisamente ciò che ti serve all'interno delle sentenze.
Prova il potente motore semantico
La ricerca semantica tiene conto del significato implicito delle parole, del contesto e delle relazioni tra i concetti per fornire risultati più accurati e pertinenti.

Un nuovo modo di esercitare la professione

Offriamo agli avvocati gli strumenti più efficienti e a costi contenuti.