Cassazione penale Sez. I sentenza n. 35309 del 23 settembre 2021

ECLI:IT:CASS:2021:35309PEN

Massima

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Il comportamento di un militare che, in più occasioni, rivolga minacce e ingiurie al proprio superiore diretto, pur in assenza di una provata condizione di vessazione o provocazione, integra il reato di insubordinazione militare con minaccia e ingiuria, aggravato ai sensi dell'articolo 190 c.p.m.p., n. 2. In tali casi, la valutazione della credibilità e attendibilità delle dichiarazioni rese dalla persona offesa, corroborate da altri elementi probatori, prevale sulle mere contestazioni difensive, fondate su assertive letture di merito e non supportate da elementi concreti idonei a inficiare la ricostruzione accusatoria. Il diniego dell'attenuante della "provocazione" di cui all'articolo 198 c.p.m.p. risulta altresì giustificato laddove il comportamento complessivo dell'imputato non sia riconducibile a una condizione di effettiva vessazione o provocazione da parte del superiore.

Sentenza completa

REPUBBLICA ITALIANA

IN NOME DEL POPOLO ITALIANO

LA CORTE SUPREMA DI CASSAZIONE

SEZIONE PRIMA PENALE

Composta dagli Ill.mi Sigg.ri Magistrati:

Dott. ROCCHI Giacomo - Presidente

Dott. LIUNI Teresa - Consigliere

Dott. BINENTI Roberto - rel. Consigliere

Dott. SANTALUCIA Giuseppe - Consigliere

Dott. CENTOFANTI Francesco - Consigliere

ha pronunciato la seguente:

SENTENZA
sul ricorso proposto da:
(OMISSIS), nato a (OMISSIS);
avverso la sentenza del 05/12/2019 della CORTE MILITARE APPELLO di ROMA;
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso;
udita la relazione svolta dal Consigliere Dr. ROBERTO BINENTI;
udito il Pubblico Ministero, in persona del Sostituto Procuratore generale militare Dr. Ufilugelli Francesco, che ha concluso chiedendo di dichiarare inammissibile il ricorso;
udito il difensore della parte civile, Avvocato (OMISSIS), che ha chiesto di dichiarare inammiss…

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