Il possesso ingiustificato di armi, anche di modesta entità, integra il reato di cui alla Legge n. 110 del 1975, in quanto la detenzione di tali oggetti, al di fuori dei casi consentiti dalla legge, rappresenta una condotta pericolosa per la pubblica incolumità, a prescindere dall'effettivo utilizzo o dalla concreta idoneità offensiva dell'arma. Il giudice, nel valutare la sussistenza del reato, non è tenuto a indagare sulle specifiche finalità perseguite dal soggetto agente, essendo sufficiente l'accertamento della mancanza di un giustificato motivo per il possesso dell'arma. Pertanto, la semplice detenzione di un'arma, anche di modeste dimensioni, al di fuori dei casi previsti dalla legge, integra il reato di cui alla Legge n. 110 del 1975, a prescindere dalla concreta pericolosità dell'oggetto e dalle intenzioni del possessore, essendo il divieto di detenzione finalizzato a prevenire i pericoli derivanti dalla circolazione incontrollata di armi, anche di modesta entità, nell'interesse della pubblica sicurezza.